giovedì 7 gennaio 2016

Anni '20

La moda degli anni ’20 è quella degli anni ruggenti, quella del dopoguerra, della rinascita; è un momento storico in cui si cerca di ricostruire, si mette fine alle ristrettezze, è un periodo in cui anche le donne si impongono, è l’epoca delle flapper girls.

Le ragazze non sono più quelle di un tempo, desiderano studiare, iniziano a fumare e bere cocktail, le forme si assottigliano, non sono più le burrose tutte curve ma diventano sempre più filiformi (il reggiseno prende piede in questo periodo, come metodo per “nascondere” e appiattire il seno), anche i capelli si accorciano, si utilizzano le cloche, cappelli dalla linea arrotondata, mentre, lo stile, diventa quello che si definisce alla garçonne. 

Per gli abiti anni '20 compaiono i pantaloni mentre le gonne e le giacche sono le prime ad accorciarsi, anche se, una breve pausa riallunga e allarga nuovamente gli abiti che per un breve periodo si presentano come tuniche dal taglio lungo e dritto.

Coco Chanel, con l’impiego del jersey, tessuto elastico e lucente, molto femminile, in questo periodo influenza la moda e crea non solo il classico tailleur femminile, ma anche la “petite robe noire”, il tubino nero entrato nel mito, che attraverserà indenne lo scorrere del tempo affermandosi come esempio di eleganza. Tra le scarpe, quelle che conquistano un ruolo di primo piano sono le Mary Jane, con lo scollo arrotondato, il cinturino e il tacco medio, somigliano terribilmente a quelle spesso indossate dalle bambine; il loro successo è stato tale che non sono mai passate di moda ma si sono evolute modificando il tacco o la forma del cinturino, per adattarsi alle mode.


Tra gli accessori, oltre alla già citata cloche, non potevano mancare le stole, i fili di perle lunghissimi, i bocchini per le sigarette, le piume, i lustrini e le paillettes.

Anni '30

Gli anni ’30 segnano una decisa inversione di rotta in materia di moda e abbigliamento femminile. Abbandonati i fasti degli anni ruggenti, dopo la grande depressione del ’29 la moda diventa emanazione del suo tempo e, sotto l’influsso della crisi economica, sceglie di vestire la donna in modo più sobrio tornando a privilegiare forme più femminili e meno androgine.

Prese le distanze dalle linee più marcate e geometriche degli anni ’20, gli abiti si fanno più morbidi e fascianti, le gonne si allungano sotto il ginocchio per il giorno e fino alla caviglia la sera. Rimane però di tendenza la grande rivoluzione degli anni passati: completamente sdoganato, il pantalone diventa un capo elegante, tanto che viene indossato con disinvoltura anche da grandi star del tempo come Marlene Dietrich. Gonne sotto il ginocchio e abiti fascianti e stretti in vita: gli anni ’30 sono il trionfo delle forme femminili

La vera rivoluzione degli anni ’30, tuttavia, sono i tessuti: la crisi infatti costringe e risparmiare sui filati ed ecco che, per la prima volta nella storia, l’industria dell’abbigliamento introduce le fibre sintetiche: il nylon (e non la seta) diventa il materiale più utilizzato per la fabbricazione di calze e collant, vera e propria invenzione dell’epoca.

Per il tipico outfit da giorno devono essere privilegiate le gonne sotto il ginocchio che, strette in vita e larghe sulle gambe, si aprono in pieghe e pannelli. Molto in voga, poi, erano particolari modelli in cui la fenditura dell’orlo posteriore superava di qualche centimetro quella della parte anteriore. Grande protagonista torna ad essere il punto vita che, bistrattato per tutti gli anni ’20, è ora valorizzato da cinture, spesso utilizzate anche sui cappotti, rigorosamente lunghi al polpaccio. Le gonne erano accompagnate da camicie o maglioncini. Di giorno, l’eleganza trovava spesso il suo protagonista nel tailleur pantalone, con giacche strette in vita e spalle quadrate a causa di imbottiture interne nascoste. D’inverno, le spalle delle signore vengono adornate da immensi colli di pelliccia, accompagnati da cappelli dalla visiera ampia.

Le misure cambiano anche per gli abiti da sera: lunghi e più fascianti sul corpo,
tali abiti si aprono a vertiginose scollature sulla schiena. Torna a essere protagonista il tacco alto.


Un trucco anni '30 deve privilegiare, senza dubbio, le labbra: un rossetto rigorosamente rosso, a corredo di un incarnato truccato con fondotinta dai toni molto chiari. Sugli occhi utilizzavano ombretti dai colori pastello e allunga vano le ciglia col mascara nero. Molto importante, al fine della creazione di un perfetto outfit è, poi, l'acconciatura. Con riga laterale, i capelli vengono agghindati in larghe onde che, seppur non partendo dalla radice, incorniciano il viso in un’acconciatura quasi scultorea.


Anni '40

Periodo di rinascita, gli anni '50 sono il decennio del rock 'n' roll, dei blue jeans, delle t-shirt, delle pin up e dei pattern a pois; è il momento in cui cominciano a comparire i primi bikini e la giacca di pelle diventa un irrinunciabile must have della moda uomo.



Ora sono la televisione e il cinema americani a dettare moda e a influenzare gli usi e costumi nel vecchio continente, tanto che cominciano a convivere tra loro molti stili e codici di abbigliamento diversi. C'è lo stile della perfetta casalinga americana e c'è quello più appariscente delle pin up.



Per la prima volta nella storia, poi, la moda arriva anche dal basso tanto che i giovani riescono a creare una propria identità indipendente, andando così a influenzare i dettami delle case di moda.

Gli anni ’50 sono soprattutto gli anni delle pin-up. Il loro look comprende gli shorts con camice legate in vita e, ai piedi, per stare più comode, soprattutto durante il giorno, venivano utilizzate le classiche ballerine di vernice.



Altrimenti puoi scegliere la comodità di un vestito che metta in evidenza il punto vita e, con allacciatura dietro al collo, presenti anche un’ampia scollatura. Il pattern è o a tinta unita o a pois.



Per l’acconciatura non può assolutamente mancare la bandana, che puoi utilizzare in versioni differenti: stretta con nodo centrale, a fascia con nodo nascosto, alla paysienne, con piegatura larga e nodo visibile o alla "roasie the riveter", benché quest'ultima sia molto difficile da realizzare. Minimo comun denominatore di queste acconciature è senza dubbio la frangetta che, o corta o lunga fino alle sopracciglia, è un vero e proprio elemento caratterizzante dell'epoca.



L’accessorio dell’epoca sono senza dubbio gli occhiali modello cat eye.



Anni '50

Periodo di rinascita, gli anni '50 sono il decennio del rock 'n' roll, dei blue jeans, delle t-shirt, delle pin up e dei pattern a pois; è il momento in cui cominciano a comparire i primi bikini e la giacca di pelle diventa un irrinunciabile must have della moda uomo.



Ora sono la televisione e il cinema americani a dettare moda e a influenzare gli usi e costumi nel vecchio continente, tanto che cominciano a convivere tra loro molti stili e codici di abbigliamento diversi. C'è lo stile della perfetta casalinga americana e c'è quello più appariscente delle pin up.



Per la prima volta nella storia, poi, la moda arriva anche dal basso tanto che i giovani riescono a creare una propria identità indipendente, andando così a influenzare i dettami delle case di moda.

Gli anni ’50 sono soprattutto gli anni delle pin-up. Il loro look comprende gli shorts con camice legate in vita e, ai piedi, per stare più comode, soprattutto durante il giorno, venivano utilizzate le classiche ballerine di vernice.



Altrimenti puoi scegliere la comodità di un vestito che metta in evidenza il punto vita e, con allacciatura dietro al collo, presenti anche un’ampia scollatura. Il pattern è o a tinta unita o a pois.



Per l’acconciatura non può assolutamente mancare la bandana, che puoi utilizzare in versioni differenti: stretta con nodo centrale, a fascia con nodo nascosto, alla paysienne, con piegatura larga e nodo visibile o alla "roasie the riveter", benché quest'ultima sia molto difficile da realizzare. Minimo comun denominatore di queste acconciature è senza dubbio la frangetta che, o corta o lunga fino alle sopracciglia, è un vero e proprio elemento caratterizzante dell'epoca.



L’accessorio dell’epoca sono senza dubbio gli occhiali modello cat eye.



Anni '60

Anni ‘60
Questo periodo è stato un periodo di ricrescita economica e di rivoluzioni femministe. L'abbigliamento femminile spaziava da un look naif, sobrio e cibettuolo, ad uno stile hippie, eccentrico e coloratissimo. Le stampe sono geometriche, ma va tanto anche il monocolore. La lunghezza, lascia scoperta poca pelle sopra il ginocchio.

Ad incorniciare il tutto, in quegli anni, ci pensavano le fasce e gli orecchini in tinta con il vestito. Le donne più eleganti, abbinavano le perle rigorosamente bianche.

Ai piedi, calzate degli stivali alti con tacco largo.

In totale opposizione si muove l'abbigliamento hippie. Se si parla di Hippie non si può non parlare di jeans a zampa, larghissimi sul fondo e con, eventuali, inserti "pizzati" o ricamati. Anche le maglie erano ampie e colorante. Fiori e simboli pacifisti o slogan, padroneggiano sulle t-shirt. Ai piedi indossavano comodi sandali o zeppe.


Gli accessori erano grandi e colorati. Le collane lunghe con ciondoli vistosi. Per gli accessori sono ben viste anche le piume e un ispirazione indiana-gitana.

I capelli sono arricchiti con fascette sottili da mettere alla circonferenza fronte.


Il trucco è eccessivo. Non risparmiavano  sull'uso di mascara e eyeliner. La scelta degli ombretti è coloratissima e monocolore. Il blush è rosato e le labbra indossano solo un velo di lucido.

L'uomo hippie, non si discosta molto dalla donna; quindi indossa anch’esso  pantaloni ampi e camicie in lino larghe, da abbinare con collane o bandane che cingono la fronte.


L'uomo naif, invece, resta sobrio ed elegante. Indossa un classico completo (possibilmente sabbia) da accessoriare con fulard da annodare al collo, in sostituzione alla cravatta, e con mocassini.

Anni '70

Moda anni '70: dai figli dei fiori allo stile da discoteca. Un decennio caratterizzato dalle camicie a fiori, dalle minigonne, dai jeans a zampa di elefante, dai caftani etnici, dai colori acidi, dalle stampe psichedeliche, dalle zeppe vertiginose e dai sandali rasoterra. Dieci anni di moda dove tutto è stato possibile!



Gli anni '70 si aprono con una continuazione dello stile hippie, anche noto come movimento “flower power” di fine anni '60, caratterizzato dalle camicie tie dye, dalle blouse messicane, dai top ricamati in pizzo crochet, dai ponchos, dalle mantelle e dall'abbigliamento militare. I pantaloni erano in jeans, tela o suède, ma rigorosamente a zampa d'elefante.



Gli abiti erano noti come tuniche chiamate “maxis”, e le gonne erano larghe e lunghe alla caviglia. I colori erano molto vivaci.




Gli accessori come girocolli, collari per cani e ornamenti artigianali e naturali come legno, conchiglie, pietre, piume, perline indiane e cuoio, riflettevano quel mix di culture, viaggi e contaminazioni esotiche che questo movimento rappresentava.



Ma, nonostante lo stile hippie sembrava andare per la maggiore, non era il solo trend indossato da tutti. Sono in tante le donne che in quegli anni hanno continuato a indossare abiti più glamour, ispirati alle star dei mitici film hollywoodiani degli anni '40, reinterpretando look più minimal e lineari caratterizzati da eleganti blazer unisex in una moltitudine di tessuti preziosi e ampi revers, maxi abiti da sera lunghi e fluttuanti, pantaloni palazzo da portare con camicie luccicanti con lunghi fiocchi annodati al collo, oppure abiti e gonne rigorosamente mini, abbinati a giacconi di pelliccia, collane, orecchini di perle, turbanti e stivali altissimi con tanto di zeppa, che proprio nel 1973 raggiungono il culmine della loro popolarità iniziata negli anni '60.







La metà degli anni '70, inoltre, è anche nota come la rivincita della maglietta o T-shirt, non più considerata come semplice indumento intimo, ma intesa come vero e proprio capo d'abbigliamento con disegni elaborati, slogan urlati o magliette rappresentanti le squadre sportive più amate.



Mentre svaniva lo stile “flower power” degli Hippie, pian piano si diffondeva una nuova cultura dell'abito, quella dei maglioni over, dei cardigan in lana grossa, dei kimono e delle grafiche orientali, dei pantaloni cachi, dei gauchos, dell'abbigliamento vintage e degli abiti da operaio, frutto di una consapevolezza dell'abito inteso come abbigliamento più pratico e utilitario. Adottando anche un approccio più minimal e meno sciupato, fino ad arrivare alla tendenza dell'activewear americano caratterizzato dalle tute da lavoro, lo stile tennis delle sneakers e delle headbands che dal 1975 è sopravvissuto fino a tutti gli anni '80. Mentre la fine degli anni '70 segna l'inizio di quella che è diventata nota come la silhouette del triangolo rovesciato, caratterizzata da giacche con spalle molto larghe, minigonne strette e pantaloni solo leggermente svasati alla caviglia o, a volte, non svasati affatto.

È la moda dei top aderenti, delle gonne a tubo, dei giubbotti bomber, dei pantaloni di raso e dei jeans firmati che esploderà e raggiungerà il suo culmine negli anni '80.



Sono gli anni dell'attrice Farrah Fawcett che lancia la tendenza del costume da bagno intero con profonda scollatura e taglio alto sulle gambe, molto, ma molto sexy, da portare al posto del bikini e non solo al mare.



Il 1977 è anche l'anno che sdogana lo Studio 54 e la disco music, e con lei, i vestiti eleganti realizzati con materiali artificiali, il più famoso e ambito è il wrap dress in jersey disegnato, già nel 1974, da Diane von Fürstenberg da indossare sia di giorno in ufficio, sia nei locali notturni.





Poi via libera a camicie di lurex, lustrini, pantaloncini spandex, pantaloni larghi, maxi gonne, abiti con spacchi vertiginosi, vestiti avvolgenti che segnano una silhouette atletica ed elegantissimi abiti lunghi da sera e da ballo.



Le scarpe variavano dagli stivali alti al ginocchio in Pvc o latex ai mini décolleté con kitten heel, sopravvivono i tacchi spessi e i plateau anch'essi però in plastica trasparente.



Anni '80



Negli ultimi tempi sono tornati prepotentemente di moda gli abiti dei mitici anni '80. Fin troppo spesso però questo tipo di look viene travisato, perché non si riescono a scegliere accorgimenti e accessori adatti a ridargli vitalità. Questo meraviglioso stile rischia di diventare un'accozzaglia di oggetti abbinati in modo confusionario e l'effetto può essere tremendo.

Gli anni '80 sono stati gli anni della musica. In questo periodo rock e punk hanno influenzato usi e costumi di milioni di persone. Tutto ciò che riguardava la persona diventava esagerato. Il vestiario e il look più in generale, divenne sgargiante e fluorescente. I capi base dei look erano le spalline e i pantaloni a vita alta. Capelli, make up e abbigliamento seguivano irrimediabilmente la stessa filosofia.

L'uomo che veste in stile anni '80 può essere di due tipi: il paninaro e lo yuppy. Lo stile paninaro è composto dal jeans dritto, abbinato a camicie a quadri o t-shirt molto larghe. Inoltre era previsto un giubbotto imbottito, stile Moncler. Le scarpe erano rigorosamente colorate, a partire dalle Vans basse, gli scarponcini e le intramontabili sneakers. Ma gli accessori occupano una posizione di rilievo in questo look, con i guanti tagliati a mezze dita e gli occhiali da sole Ray-ban.
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Lo stile yuppies invece è completamente diverso dal primo, in quanto era lo stile dei giovani in ascesa. Si compone di un vestito classico gessato con camicia blu e polsini, mocassini o polacchine coordinate e con le irrinunciabili bretelle, che sono davvero un must degli anni '80.
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Per il look femminile invece ci sono molte più alternative. Le maglie, i maglioni e le camicie erano coloratissime, con stampe eccentriche e stravaganti, o a pois. Fondamentali in qualsiasi capo di di abbigliamento anni '80 sono le spalline.
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La dimensione di queste capi era molto esagerata, sia per dare volume e sia per coprire i fuseaux. I leggins devono essere necessariamente coloratissimi, e con abbinati anche degli scaldamuscoli scesi sulle caviglie. Abbiamo poi i jeans a vita alta, che sono uguali a quelli maschili, e infine le gonne, coloratissime e di una lunghezza a metà strada tra una minigonna e una gonna classica.
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Le scarpe più amate in quegli anni dalle donne erano le Adidas e vigeva la regola della massima comodità. Gli accessori, ultimi ma non per importanza, che si compongono di nastri nei capelli, bracciali e anelli esagerati, rigorosamente sgargianti, come quelli nell'immagine allegata a questo passo.

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